Campo Internazionale di Speleo-Glaciologia 2014 – Ghiacciaio Gorner (CH)

Il Campo Base si trovava non lontano dal sentiero per il rifugio Monte Rosa Hutte sulla morena centrale del ghiacciaio a circa 2500 m s.l.m.

All’evento hanno partecipato in totale 46 persone di diverse nazionalità: 32 italiani, 4 inglesi, 7 francesi, una lituana, una lettone ed uno svizzero.
I partecipanti si sono preoccupati di portare tenda e quanto necessario per dormire nonché la personale attrezzatura per la progressione in grotta, l’organizzazione ha invece fornito due tende Campo Base per ospitare una cucina-mensa e un magazzino materiali.
Per le esplorazioni l’organizzazione ha fornito circa 700 m di corda e oltre 60 viti da ghiaccio e moschettoni.

Una ricognizione del ghiacciaio in Agosto da parte di A. Romeo* ha permesso di realizzare una prima carta delle cavità presenti così da agevolare i primi gruppi presenti sul ghiacciaio ed ottimizzarne i tempi.

Durante i dieci giorni di campo si sono alternati diversi gruppi di speleologi e ricercatori che in media hanno trascorso almeno tre giornate di lavoro sul ghiacciaio. Il meteo non ha dato particolari problemi a parte una nevicata nel mezzo della settimana mentre erano presenti solo 6 persone. Questo non ha quindi fermato i lavori che si sono concentrati prevalentemente nelle soleggiate giornate dei fine settimana dove sono state presenti contemporaneamente fino a 24 persone che hanno costituito fino a 4 gruppi esplorativi.

L’esplorazione e topografia dei mulini glaciali era il principale obiettivo di questo evento. Fra il 18 e il 27 Ottobre sono stati individuati ed esplorati una ventina di cavità glaciali fra cui 3 di contatto. Parte di queste sono state anche topografate e fotografate.  
Niccolò Segreto, uno studente di glaciologia, ha geo-referenziato gli ingressi dei mulini principali con l’uso di un GPS. Il suo scopo sarà di confrontare le posizioni dei mulini presenti nel 2014 con quelli conosciuti ed esplorati nel passato (in particolare metterli in relazione con le posizioni dei mulini individuati da Alessio Romeo durante la sua tesi di laurea fra il 1999 e il 2000) così da ricostruire una evoluzione del crio-carsismo del Gorner negli ultimi 15 anni in relazione anche al cambiamento superficiale (morfologia e quota) della zona di ablazione.
Con l’utilizzo una fotocamera istallata su di un drone telecomandato sono state eseguite immagini 3D della superficie del ghiacciaio soprattutto in prossimità degli ingressi dei mulini più interessanti. Tale documentazione non ha precedenti sul ghiacciaio Gorner ed è stato un primo esperimento per verificare l’effettiva funzionalità del drone in questi ambienti.

Nei prossimi mesi il materiale raccolto servirà per creare una carta del ghiacciaio con indicati i principali mulini glaciali e le cavità di contatto; in allegato verrà realizzato un documento che  indichi la posizione geografica, il rilievo topografico della grotta se esiste, le immagini fotografiche, il 3D dell’ingresso e informazioni varie così da poterlo utilizzare in futuro per le esplorazioni, nuovi studi e progetti di ricerca.

Al campo hanno partecipato anche ricercatori del Museo di Storia Naturale di Parigi che da anni collaborano al progetto GRAAL con l’Associazione francese Spélé’ice e si occupano di studiare micro-alghe ed esseri estremofili nelle crioconiti*** della calotta groenlandese.
In questa occasione i due scienziati hanno prelevato per la prima volta campioni di crioconite sul Gorner per una osservazione al microscopio del sedimento di fondo.
Una parte del campionamento è stato fatto anche dalla Doss. Roberta Brayner dell’Istituto Diderot di Parigi per lo studio mineralogico e del contenuto di nano-particelle nello stesso sedimento crioconitico.
Alessio Romeo ha eseguito un ulteriore prelevamento del sedimento crioconitico che è stato poi inviato al biologo Stefan Leuko del Centro Aerospaziale Tedesco di Colonia

Frank Vanzetti ha eseguito riprese professionali durante le prime fasi del Campo che verranno utilizzate per realizzare un documentario per la RAI regione Aosta e dal team organizzatore del Campo Internazionale.  A supporto di queste immagini ne sono altre realizzate da Francesco Lo Mastro di La Venta e Lionel Blain di Spélé’ice.

I risultati del Campo saranno pubblicati quanto prima e riorganizzati in modo da diventare un documento utile per i lavori futuri di esplorazione e ricerca su questo gigante di ghiaccio che da tanti anni è una meta per speleologi di tutta Europa e ricercatori multidisciplinari.

Il Campo inserito nel progetto “Dentro i ghiacciai” è stato supportato dalla Federazione Speleologica Europea, l’Associazione francese Spélé’ice, la Commissione per la Speleolgia del C.A.I., Montura, Scurion, Calzature Gaibana, Intermatica, DRYHEAT, Sovendi, la logistica dell’Associazione La Venta, la Società Speleologica Italiana ed il CNSAS.


* Alessio Romeo: nato a Firenze, laureato in geologia, speleologo da oltre 20 anni, si occupa di speleologia glaciale dal 1997. Membro dell’Associazione La Venta e di Spélé’ice ha partecipato e organizzato ad oltre 20 spedizioni in tutto il mondo.
** Francesco Sauro: nato a Padova, laureato i geologia, speleologo da oltre 15 anni, si occupa di studiare il carsismo nelle arenarie quarzitiche dei Tepui  venezuelani, che gli ha permesso di vincere il Rolex Award 2014 per le esplorazioni.
*** Crioconite: fori sulla superficie del ghiacciai di dimensioni che vanno da millimetriche a decimetriche al cui interno si trovano polveri e sabbie minerali, organismi vegetali e animali microscopici come alghe verdi e tardigradi un animale estremofilo poiché in grado di disidratarsi e resistere al congelamento dell’acqua per poi tornare in vita appena il ghiaccio torna allo stato liquido.
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